Povertà educativa: “I risultati dei ragazzi veneti sono i migliori d’Italia”
08 Apr 2025

Povertà educativa: “I risultati dei ragazzi veneti sono i migliori d’Italia”

L’indagine è di Statistiche Flash, bollettino della Regione del Veneto su dati Istat. Risultati brillanti nei licei, meno negli istituti tecnici. Fondamentale la variabile socio emotiva e il ruolo delle famiglie

Il numero di marzo di Statistiche Flash, bollettino della Regione del Veneto utile a capire con i numeri i trend delle sette province, ha portato al centro dell’attenzione il tema della povertà educativa, definita da Save the Children come “privazione della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni di bambini, bambine e adolescenti”. È un fenomeno multidimensionale, non riconducibile solo alla mancanza di istruzione e di competenze scolastiche, ma riguarda il processo di crescita della persona nel suo complesso e dipende dall’impossibilità di accedere a risorse economiche, culturali, sociali ed educative. Il fenomeno è trasversale a tutte le età e troppe volte si trasmette da una generazione all’altra: i minori “eredi” della povertà economica ed educativa dei genitori sono da adulti più a rischio di povertà ed esclusione sociale. Rifacendosi alla definizione di Save the Children, nel 2023 la Commissione interistituzionale istituita da Istat per misurare la povertà educativa parla di carenza di risorse e di risultati.

Le risorse della comunità (famiglia, scuola, luoghi di apprendimento e aggregazione) rappresentano le opportunità e le esperienze utili per la crescita personale. I risultati sono definiti in termini di competenze cognitive (alfabetiche, numeriche) e non cognitive, ossia capacità emotive, relazionali e interazioni fiduciarie. Con riferimento alla popolazione 0-19 anni, sono stati elaborati due indici sintetici che consentono il confronto delle regioni italiane rispetto alla situazione nazionale e che evidenziano la relazione tra carenze di risorse e difficoltà negli esiti. Per i risultati (mappa di sinistra), vi è una forte variabilità territoriale: il Veneto, insieme a Umbria e Marche, registra maggiori livelli nelle competenze acquisite rispetto all’Italia, in maniera diffusa in tutti i comuni, siano urbani o rurali. Dal lato delle risorse, le disuguaglianze regionali sono meno evidenti ma in generale emerge lo svantaggio delle zone meno urbanizzate.

LA SCUOLA

I risultati scolastici dei ragazzi veneti sono tra i migliori in Italia: sulla base degli esiti ottenuti nelle prove Invalsi, tra coloro che frequentano la quinta classe delle superiori, nel 2024 il 30,3% non raggiunge le competenze minime in italiano (41,8% la media nazionale) e il 32% in matematica (50,6% Italia). E’ evidente il gap di genere, soprattutto per quanto riguarda la performance femminile nelle competenze numeriche che risultano più basse di 15 punti rispetto a quelle maschili. Ma il livello di apprendimento è assai diverso a seconda del tipo di scuola frequentata.

Si passa dai risultati brillanti che i ragazzi realizzano nei Licei a quelli meno buoni degli Istituti Tecnici a quelli inadeguati degli Istituti professionali. Infatti: se si considerano le scarse competenze in italiano, emerge che solo il 13% dei ragazzi iscritti ad un Liceo si trova in questa condizione a fronte del 32% di coloro che frequentano un Tecnico e il 65% di coloro che studiano a un Professionale. Stessa tendenza per la matematica.

Va sottolineato che la nostra scuola superiore, pur rilevando queste differenze tra licei, tecnici e professionali, mantiene standard elevati rispetto alle altre regioni: infatti, il Veneto occupa le prime posizioni negli esiti nelle classifiche regionali in qualsiasi tipo di scuola.

La famiglia d’origine influenza sia i risultati che le scelte scolastiche: ad esempio gli Istituti professionali sono frequentati soprattutto da ragazzi che provengono da contesti meno elevati e da stranieri. A tal fine la scuola dovrebbe fare la differenza affinché ogni ragazzo, una volta completata la quinta superiore, abbia le medesime opportunità di inserirsi consapevolmente nella società in maniera attiva con competenze adeguate. A ciò si lega anche quanto possa fare la scuola per ridurre il tasso di abbandono precoce: nel 2023 è pari in Veneto al 9,8%, al di sotto del dato medio italiano (10,5%) e poco distante dal target europeo fissato al 2030, che prevede un valore inferiore al 9%.

LA SOCIO EMOTIVITÀ

Assieme alle competenze cognitive un ruolo fondamentale rivestono le competenze socio-emotive: perseveranza, responsabilità, autocontrollo, motivazione al raggiungimento dei risultati, resistenza allo stress, ottimismo, abilità di interagire con gli altri, avere fiducia in se stessi e negli altri (genitori, insegnanti, pari, istituzioni). Le dimensioni socio-emotive incidono sul benessere personale e hanno ricadute sull’apprendimento scolastico. ln Veneto nel 2022 il 30% dei 17enni e il 21% degli 11-15enni dichiara una “bassa soddisfazione per la propria vita”; inoltre il 44%, o addirittura il 62% tra i più grandi, esprime un certo malessere psicologico, accusando umore negativo e sentendosi poco attivo e interessato verso nuove esperienze. La comunicazione in famiglia è un indicatore della capacità dei genitori di aiutare i figli ad affrontare positivamente le difficoltà, come le relazioni con i pari, la pressione scolastica, le aspettative e i cambiamenti psico-fisici. Al crescere dell’età diminuisce la facilità con cui le ragazze e i ragazzi riescono a parlare dei propri problemi con i genitori. Esprimono giudizi più critici le ragazze, in particolare a 15 anni: 6 su 10 non riconoscono ai genitori la capacità di aiutarle in maniera adeguata e di essere per loro un sostegno emotivo.

In generale prediligono la figura materna, mentre il padre è sentito meno coinvolto nelle relazioni. La qualità del tempo vissuto a scuola incide sul benessere dei giovani: le relazioni positive che instaurano con insegnanti e compagni di classe aumentano il senso di appartenenza, la motivazione e la partecipazione alle attività, con sensibili effetti sulle capacità di apprendimento e sui risultati scolastici.

LA FAMIGLIA

Una famiglia con risorse finanziarie limitate potrebbe non essere in grado di fornire l’istruzione o le opportunità di apprendimento supplementari che favoriscono lo sviluppo delle abilità e dei talenti dei propri figli. In Veneto nel 2023 il 68,4% delle famiglie con minori giudica le proprie risorse economiche adeguate o ottime, tuttavia il 21,8% dei minori (162 mila) è a rischio povertà o esclusione sociale (27,1% in Italia). Il potenziale di un territorio e di una comunità nel sostenere la famiglia e i suoi bisogni si valuta dalla capacità di offrire una pluralità di servizi che aiutino i genitori nella crescita dei figli. Assume un ruolo fondamentale innanzitutto la scuola, nell’accogliere e accompagnare il minore, garantire opportunità di apprendimento e crescita fin dai prima anni di età. Oltre alla scuola è coinvolta l’intera comunità educante: formarsi e apprendere attraverso lo sport, l’arte, la musica e la lettura sono occasioni per ampliare il proprio mondo, socializzare, rafforzarsi emotivamente e acquisire autostima. Opportunità essenziali della rete territoriale sono in primis gli asili nido (nel 2022 33,8 posti ogni 100 bambini 0-2 anni nei servizi della prima infanzia vs 30,0 in Italia), che rappresentano un importante stimolo pedagogico e strumento di inclusione sociale, e la possibilità di accedere al tempo pieno fin dalla scuola dell’infanzia, soprattutto per i bambini più svantaggiati. Pranzare a scuola, oltre a consentire il tempo pieno, porta con sé altri aspetti positivi, momenti di convivialità che contribuiscono alla crescita dei bambini. Le biblioteche, diffuse sul territorio, sono presidi strategici per contrastare la povertà educativa e il poter accedere a spazi verdi, anche in città, ha effetti sulla qualità di vita dei bambini con benefici sulla salute fisica e mentale. La rete dei supporti informali su cui si può appoggiare la famiglia per far fronte alle difficoltà è un ulteriore fattore di protezione per uno sviluppo sano del minore.

 

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