Sanità, Confapi: “Con nuovo nomenclatore tariffario a rischio italianità imprese”
25 Ott 2023

Sanità, Confapi: “Con nuovo nomenclatore tariffario a rischio italianità imprese”

Michele Colaci, Presidente di Confapi Salute, Università e Ricerca, lancia l’allarme in merito all’entrata in vigore del nuovo tariffario ambulatoriale, il quale rischierebbe di compromettere l’80% delle strutture esistenti.

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E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero della Salute recante “Definizione delle tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica”, meglio conosciuto come “Decreto Tariffe”, il quale recepisce l’aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) previsti dal DPCM del 2017.

Il Decreto, quindi, prevede l’aggiornamento delle tariffe delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica e definisce le tariffe per le nuove prestazioni introdotte con i LEA nel 2017, con l’obiettivo di garantire uniformità su tutto il territorio nazionale.

L’entrata in vigore delle tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale è fissata per 1° gennaio 2024, mentre al 1° aprile 2024 per quanto concerne le tariffe dell’assistenza protesica.

“L’entrata in vigore del nuovo tariffario nazionale ambulatoriale colpirà tutte le prestazioni di diagnostica, fisioterapia e laboratorio analisi. Si tratta di uno strumento che comporterebbe la chiusura dell’80% delle strutture esistenti e il rischio concreto che il personale medico si rifiuti di eseguire le prestazioni se la remunerazione fosse in linea con il taglio prospettato”. A lanciare l’allarme è Michele Colaci, Presidente di Confapi Salute, Università e Ricerca.

“Gli effetti immediati, oltre alla perdita di migliaia di posti di lavoro – aggiunge Colaci – sarebbero l’acquisizione degli stessi laboratori da parte delle multinazionali, con conseguente perdita di professionalità da parte degli operatori e le difficoltà per i cittadini nel trovare questo tipo strutture nel proprio paese o nel proprio quartiere. Le nuove tariffe previste dal nomenclatore, solo all’apparenza, andrebbero incontro alle esigenze economiche delle persone, oltre a non essere in linea con le normative europee”.

“Ci auguriamo – conclude il Presidente di Confapi Salute, Università e Ricerca – che il Governo si sieda intorno a un tavolo con le Regioni, le Associazioni di Categoria e con tutti gli organi competenti, al fine di trovare una soluzione che rispetti la salute dei cittadini, il lavoro, nonché l’italianità delle imprese”.

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