Bussola di Veneto Lavoro: “Rallentamento dell’occupazione sul fronte industriale”
Il consueto report fotografa un calo del comparto soprattutto per quanto riguarda automotive, metalmeccanico, industria tessile, calzaturiera e concia. Il bilancio 2024 resta positivo per oltre 54mila posizioni di lavoro mai inferiore a quello del 2023
Rallenta, sul fronte industriale, la crescita occupazionale in regione nella seconda parte del 2024. A evidenziarlo l’ultimo report della Bussola di Veneto Lavoro. I comparti maggiormente interessati sono soprattutto automotive, metalmeccanico, industria tessile, calzaturiera e concia, nei quali si segnala un nuovo incremento dei licenziamenti economici e collettivi, anche se ancora su livelli inferiori a quelli del 2019, in periodo pre-pandemico.
In particolare, il bilancio occupazionale per le aziende della filiera dell’automotive è divenuto negativo a partire dal mese di luglio, andando a erodere i posti di lavoro guadagnati nel biennio precedente. Ma anche i comparti del made in Italy hanno mostrato nel corso del 2024 una progressiva perdita di posti di lavoro, confermando la tendenza a una progressiva riduzione del bacino di lavoratori in questi settori, dove a diminuire sono soprattutto i contratti a termine.
L’elevato ricorso alla Cassa integrazione, come suggeriscono i dati riferiti alle ore autorizzate, ha tuttavia mitigato, specie nel metalmeccanico, gli impatti sul mercato del lavoro delle difficoltà che, più in generale, stanno interessando il settore, sia per le importanti difficoltà di reperimento di alcune figure professionali che per una progressiva saturazione dei posti di lavoro disponibili, dovuta anche al diffuso rallentamento dell’attività produttiva.
La frenata della crescita occupazionale è tuttavia un fenomeno che interessa il mercato del lavoro veneto nel suo complesso: il bilancio del 2024 è infatti positivo per +54.200 posizioni di lavoro ma inferiore a quello dello scorso anno, così come la domanda di lavoro (-1%). I dati sui contratti a tempo indeterminato, che diminuiscono sia in termini di assunzioni (-5%) che di trasformazioni (-2%) ma anche di cessazioni (-2%), sono un ulteriore segnale della progressiva riduzione della mobilità nel mercato del lavoro.
Dal punto di vista contrattuale, nei primi dieci mesi del 2024 il bilancio relativo al tempo indeterminato è positivo (+27.900) ma in flessione rispetto al 2023 (+31.400); nel periodo registrano una riduzione le assunzioni (-5%), le trasformazioni (-2%) e, seppur di entità più contenuta, le cessazioni (-2%). Nel mese di ottobre il saldo di questa tipologia contrattuale (+5.200) è più favorevole di quello dell’anno precedente (+4.600) a seguito del calo delle cessazioni (-3%) e dell’aumento delle trasformazioni (+5%). Per quanto riguarda il tempo determinato, il bilancio del periodo è positivo (+28.200) e più elevato dello scorso anno grazie soprattutto alla crescita delle attivazioni (+1%); nel singolo mese di ottobre il saldo per questa tipologia contrattuale, pari a -23.600 posizioni di lavoro, è peggiorato rispetto al 2023 (-22.200) per via dell’incremento delle cessazioni (+2%) e delle trasformazioni (+4%).
Il saldo nei primi dieci mesi del 2024 è positivo per quasi tutte le province ma in ridimensionamento rispetto all’analogo periodo del 2023 a Padova, Vicenza, Treviso e Venezia. La provincia di Belluno è l’unica con il saldo cumulato, pur negativo, in miglioramento sul 2022 e in linea con i risultati del 2023. La domanda di lavoro diminuisce nei territori di Venezia (-4%), Vicenza (-4%) e Treviso (-1%), mentre cresce a Belluno (+4%), Verona (+2%) e Rovigo (+2%). A ottobre il bilancio occupazionale è come ogni anno in questo mese positivo solo nelle province di Padova e Vicenza, e negativo negli altri territori; per Padova e Treviso si registra una contrazione del saldo. Guardando alla domanda di lavoro nel mese, le assunzioni sono in crescita a Verona (+4%), stabili a Venezia e in calo nelle rimanenti province.