Crescita, indagine di Unioncamere-Ecomondo: imprese orientate verso l’innovazione sostenibile
Le competenze del futuro al centro di un apposito studio: determinanti le competenze ma anche le capacità relazionali e comportamentali
Cresce sempre di più l’importanza di avere all’interno delle aziende personale con conoscenze specialistiche, unite a capacità di co-progettazione, problem solving, flessibilità e adattamento. È quanto emerge dall’indagine condotta da Unioncamere, in collaborazione con Ecomondo, che di recente ha presentato i risultati di uno studio che rivela i fabbisogni di competenze delle imprese italiane per affrontare le sfide della transizione ecologica e dell’innovazione sostenibile. I risultati sono stati illustrati nell’ambito del convegno dal titolo “L’Italia che studia verso il futuro”.
«Dall’indagine – sottolinea Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere – emergono alcuni aspetti molto interessanti. Se le competenze specialistiche dei lavoratori sono essenziali, quasi altrettanto importanti sono le soft skill, le competenze trasversali che non si apprendono nel corso degli studi ma che sono indispensabili proprio per guidare e attuare i cambiamenti all’interno delle imprese. Inoltre, le imprese assegnano un valore significativo anche alla certificazione delle competenze del personale da assumere».
Le imprese intervistate si mostrano fortemente orientate verso l’innovazione sostenibile. Negli ultimi 5 anni il 78,4% delle aziende ha investito in innovazione per la sostenibilità, mentre il 18,3% pensa di farlo prossimamente. Questo orientamento si traduce in una significativa domanda di upskilling e reskilling del personale esistente per allinearsi alle nuove sfide ambientali e tecnologiche. Gli investimenti in queste aree, inoltre, rispondono alla necessità di aggiornare le competenze del personale attuale, elemento ritenuto fondamentale per migliorare la competitività. Altrettanto strategico è il reclutamento di nuovo personale con competenze adeguate alle innovazioni introdotte in azienda. Tra le competenze cruciali per affrontare le sfide del mercato della duplice transizione digitale e green il 47,8% delle imprese segnala le competenze specialistiche collegate al profilo tecnico collegato (hard skill). Molto ricercata anche la capacità di lavorare in gruppo (coprogettazione), segnalata dal 42,2% delle imprese, quindi il problem solving (36,6%), la flessibilità e l’adattamento (34,8%).
Nonostante l’interesse per nuove competenze, 9 imprese su 10 segnalano difficoltà nel reperire i profili professionali adatti, principalmente per l’assenza di competenze specifiche in ambito sostenibilità. Per ovviare a questa carenza, l’80% delle imprese manifesta un forte interesse a collaborare con istituzioni accademiche e di formazione per avviare percorsi di coprogettazione, con l’obiettivo di formare risorse in grado di rispondere alle esigenze del mercato.
Oltre alla formazione, la certificazione delle competenze è percepita come un valore aggiunto dalle imprese. Circa il 60% del campione ritiene che la certificazione di specifiche competenze sostenibili e innovative sia fondamentale per garantire qualità e competenza nel personale.