Marco Zecchinel a Sveglia Veneti: “In Italia c’è un deficit formativo da colmare”
Il Presidente di Confapi Venezia, negli studi televisivi di Rete Veneta, ha parlato a ruota libera delle criticità che sussistono tra gli imprenditori, a cominciare dai bassi numeri di manodopera laureata. Non sono mancati accenni al costo dell’energia, tasse, sicurezza e burocrazia
Necessità di migliorare il sistema formativo italiano per fornire alle imprese personale sempre più qualificato. Ma anche le criticità da affrontare in vista del nuovo anno, a cominciare dai costi che ogni giorno gli imprenditori devono farsi carico per produrre ricchezza. Sono alcuni dei temi su cui è intervenuto il Presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel, a Sveglia Veneti, programma in onda su Rete Veneta e condotto da Mirella Tuzzato.
La trasmissione si è aperta parlando dei giovani e delle prospettive future.
«L’Italia – ha commentato Marco Zecchinel – è un Paese che ha un’età media avanzata, che dovrebbe considerare i giovani in maniera diversa. Nel nostro Paese il 12% della popolazione ha meno di 14 anni e per questo segmento ci sono poche proposte. C’è un patto sociale che tra generazioni si è rotto: non pensiamo a quelle che verranno dopo».
Altro aspetto toccato è quello del lavoro, con le difficoltà a formare i ragazzi nei vari settori e a dar loro le giuste competenze.
«Le generazioni precedenti avevano un’idea diversa sulla cultura del lavoro – ha detto il Presidente di Confapi Venezia – con i suoi pro e i suoi contro. Oggi tra i ragazzi c’è un deficit sulla motivazione. Tanti nemmeno cercano lavoro e al contempo ci sono imprese che invece cercano. Perché accade questo? Perché c’è un dato demografico: i giovani sono pochi e per entrare nel mondo del lavoro servono competenze importanti».
Nel dibattito è stato inserito quindi l’aspetto formativo.
«Abbiamo un deficit formativo da colmare – ha aggiunto Marzo Zecchinel – visto che in Italia c’è una forza lavoro che è laureata solo per il 24%, in Germania e Francia parliamo del 50%. Peggio dell’Italia fa soltanto la Romania: sono dati che dovrebbero indurre a una riflessione».
In studio si è parlato anche dei costi della politica, della sicurezza e dei prezzi dell’energia.