Mercato del lavoro: in Veneto 42mila nuove posizioni da gennaio a novembre 2024
08 Gen 2025

Mercato del lavoro: in Veneto 42mila nuove posizioni da gennaio a novembre 2024

La Bussola di Veneto Lavoro segnala un rallentamento generale nel ritmo di crescita occupazionale. Continua a soffrire il settore metalmeccanico: elevato il ricorso alla cassaintegrazione. Il saldo negli 11 mesi presi in esame è comunque attivo in tutte le province.

Prosegue la generale flessione del ritmo di crescita nel mercato del lavoro veneto, con un bilancio occupazionale per il lavoro dipendente privato registrato da inizio anno inferiore rispetto allo stesso periodo del 2023 ma comunque positivo, con 42mila nuove posizioni da gennaio a novembre 2024. Un dato superiore ai livelli prepandemici. L’indagine è della Bussola di Veneto Lavoro, l’osservatorio regionale mensile sull’andamento occupazionale nelle sette province.

L’ultimo mese preso in considerazione dal report segna un aumento delle cessazioni (+6%) più consistente rispetto al trend del periodo che, unito ad un lieve calo delle assunzioni (-1%), ha comportato un saldo mensile (-12.200) sensibilmente peggiore rispetto al corrispettivo del 2023 (-8.800) confermando un rallentamento generale nel ritmo di crescita occupazionale.

La flessione registrata nel 2024 risulta essere trasversale a tutti i settori (nonostante alcune ottime performance registrate, tra gli altri, da agricoltura, istruzione e servizi di pulizia), ma trainata dalle difficoltà attraversate dal settore industriale (-7%), in particolare nel metalmeccanico (soprattutto automotive) e nei comparti del tessile-abbigliamento, delle calzature e della concia, queste ultime interessate da una perdita di posti di lavoro.

A risentirne maggiormente sono le attivazioni di nuovi contratti a termine, mentre la componente più stabile di occupati a tempo indeterminato viene intaccata solo marginalmente dalle difficoltà del settore, anche grazie all’elevato ricorso alla cassa integrazione, come evidenziato dal dato del tiraggio nel periodo gennaio – luglio 2024 del 24%. Ad incidere sono, da un lato, la normalizzazione dei significativi livelli di crescita osservati nell’ultimo biennio, dall’altro, il graduale impatto provocato dal rallentamento dell’attività produttiva.

Nel periodo gennaio – novembre 2024 il saldo è positivo e in ridimensionamento rispetto all’analogo periodo del 2023 per tutte le province, Padova (+7.526), Treviso (+6.315), Venezia (+9.507), Verona (+12.725) e Vicenza (+4.460) ad eccezione di Belluno (-1.841) e Rovigo (+3.317), unica a chiudere con un saldo positivo ed in miglioramento. Il bilancio occupazionale di novembre rimane invariato rispetto agli anni scorsi con l’andamento negativo delle sole province di Verona (-8.748) e Venezia (-5.603), e positivo negli altri territori. La domanda di lavoro risulta in crescita nel mese solo a Rovigo (+10%) e Venezia (+7%).

Le assunzioni da inizio anno sono complessivamente 590.280, in calo per lavoratori italiani (-5%), donne (-3%) e lavoratori delle fasce di età centrali (-3%); in aumento invece tra stranieri (+8%) e “senior” over 55 (+4%). Le cessazioni ammontano a 548.271, un dato in leggero aumento rispetto a quelli degli ultimi due anni (544 mila) e condizionato dall’aumento dei licenziamenti per motivi economici e collettivi a fronte di una diminuzione delle dimissioni.

Gli ingressi in condizione di disoccupazione sono stati complessivamente 137.900, in leggero calo rispetto a quelli registrati l’anno precedente (-1%) soprattutto per quanto riguarda lavoratrici (-5%), lavoratori italiani (-4%) e adulti (-4%).

L’ultima analisi dell’ISTAT

A novembre 2024, rispetto al mese precedente, diminuiscono gli occupati e i disoccupati, mentre cresce il numero di inattivi. Lo segnalano i dati provvisori dell’Istat.

Il calo dell’occupazione (-0,1%, pari a -13mila unità) coinvolge gli uomini, i dipendenti a termine e i 15-34enni; l’occupazione è invece in crescita tra le donne, i dipendenti permanenti e chi ha almeno 35 anni di età, rimanendo sostanzialmente stabile tra gli autonomi. Il tasso di occupazione risulta invariato al 62,4%.

Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-1,6%, pari a -24mila unità) per le donne e i 25-49enni, mentre aumenta nelle altre classi di età e, seppur lievemente, anche tra gli uomini. Il tasso di disoccupazione scende al 5,7% (-0,1 punti), quello giovanile sale al 19,2% (+1,4 punti).

Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +23mila unità) per gli uomini e gli under35, diminuisce nelle altre classi d’età ed è sostanzialmente stabile tra le donne. Il tasso di inattività sale al 33,7% (+0,1 punti).

«A novembre 2024 – è il commento dell’Istat – il numero di occupati cala lievemente rispetto al mese precedente, attestandosi a 24 milioni 65mila. La diminuzione coinvolge solamente i dipendenti a termine, che scendono a 2 milioni 652mila; aumentano invece i dipendenti permanenti, che salgono a 16 milioni 264mila, e sono sostanzialmente stabili gli autonomi, pari a 5 milioni 149mila. L’occupazione è in crescita rispetto a novembre 2023 (+328mila occupati) per l’aumento dei dipendenti permanenti (+500mila) e degli autonomi (+108mila), a fronte del calo dei dipendenti a termine (-280mila). Su base mensile, il tasso di occupazione è stabile al 62,4%, quello di disoccupazione scende al 5,7% e il tasso di inattività sale al 33,7%».

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