Occupazione in Veneto, boom nel 2023 e superamento della media europea
Aumenta l’occupazione, diminuiscono i disoccupati e i giovani NEET. Il Veneto supera la media europea, ma permangono criticità legate al gap di genere e allo squilibrio generazionale.
Il 2023 è stato un anno record per il lavoro in Veneto; il tasso di occupazione dei 20-64enni veneti, in costante crescita negli ultimi anni, sale nel 2023 al 75,7%, tre punti percentuali in più rispetto al 2022, nonché il tasso più alto registrato a livello europeo (74,6%; Italia 68,3%).
È quanto emerge dall’analisi dei dati del nuovo numero di Statistiche Flash di Agosto 2024, realizzato dall’Ufficio Statistica della Regione Veneto.
Contemporaneamente calano disoccupati e inattivi, recuperando ampliamente le perdite di lavoro causate dalla pandemia e superando anche i livelli del 2019. Nel 2023 i veneti inattivi si riducono del 10% rispetto all’anno prima, sia per effetto della componente maschile che femminile, arrivando a registrare un tasso di inattività in Veneto del 26,4% (Italia 33,3%).
I disoccupati sono circa 98mila e il tasso di disoccupazione è stabile al valore dell’anno precedente pari al 4,3%, la quarta quota più bassa fra le regioni italiane (Italia 7,8%).
Inoltre, non solo cresce il numero di occupati, ma il lavoro diventa più stabile: il Veneto presenta una crescita di dipendenti a tempo indeterminato di circa l’8%, sia rispetto all’anno scorso che al periodo pre-pandemico, a fronte della diminuzione di oltre l’8% dei contratti a tempo determinato.
Nel 2023 migliora anche la condizione dei giovani che si trovano in condizione di Neet (Neither in Employment nor in Education and Training), ovvero non inseriti in un percorso scolastico/formativo e non impegnati in un’attività lavorativa. In Veneto sono circa 75.300, un quinto in meno dell’anno scorso, incidendo sul totale dei 15-29enni per il 10,5% quando l’anno prima si contava il 13,1% e dieci anni prima il 18,2%.
La situazione veneta è tra le migliori in Italia, la terza a pari merito con l’Umbria (prime: Trentino-Alto Adige con l’8,8% e Valle d’Aosta con il 9,9%), e già si avvicina alla possibilità di raggiungere il target europeo di una quota al massimo del 9% entro il 2030.
In questo contesto favorevole del mercato del lavoro attuale, va considerato anche l’invecchiamento della popolazione e la sua stretta connessione con il lavoro che già dall’inizio del secolo ha portato a ragionare su politiche atte a trattenere le persone più adulte nel mercato occupazionale. Se nel 1995 in Veneto meno di un quarto della popolazione 55-64enne era occupata, oggi, nel 2023, tale quota si attesta al 61,6% (in Italia le percentuali passano dal 27,7% al 57,3%).
Rilevante l’innalzamento occupazionale delle donne in questa fascia di età: erano appena l’11,2% le venete in questa classe che lavoravano trent’anni fa rispetto al 52,3% del 2023, a segnale del cambiamento culturale intervenuto in questi decenni.
Per quanto il Veneto sia una regione leader per livelli occupazionali e offra molte chance, alcune criticità permangono.
In particolare, nonostante il gap di genere si sia dimezzato negli ultimi decenni, in conseguenza anche all’aumento dei titoli di studio delle donne, in Veneto il tasso di occupazione femminile oggi è pari all’80,5% di quello maschile.
Altra criticità riguarda gli squilibri generazionali che pervadono tutta l’Italia e oggi sono evidenti dando forti preoccupazioni per la sostenibilità dei sistemi pensionistici e sulla capacità produttiva e innovativa di una forza lavoro sempre più anziana.
Il mercato del lavoro, infatti, è sempre meno giovane: nel 2005 il 20% degli occupati aveva meno di 30 anni, il 19% ne aveva più di 50; nel 2022, gli under 30 sono il 15% e gli over 50 il 39%.
Il Veneto, infine, è ai primi posti della graduatoria delle regioni per i migliori livelli di competenze dei giovani. Tuttavia, esiste un disallineamento tra la domanda e l’offerta di competenze sul mercato del lavoro, con il 17,9% dei giovani sottoinquadrati; quota che scende rapidamente con l’avanzare dell’età e dell’allineamento tra professione e titolo di studio.