Veneto, nel 2022 diminuiscono le imprese. A “resistere” le realtà più organizzate e con maggiori mezzi finanziari
08 Giu 2023

Veneto, nel 2022 diminuiscono le imprese. A “resistere” le realtà più organizzate e con maggiori mezzi finanziari

Prosegue in Veneto il processo di ristrutturazione della base imprenditoriale. Nel 2022 diminuiscono le società di persone (-2,4%) e le ditte individuali (-2,3%), che restano comunque la parte maggioritaria del tessuto imprenditoriale regionale (54,8%).

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L’Ufficio di Statistica della Regione Veneto ha recentemente pubblicato un’analisi circa la dinamica imprenditoriale regionale nel 2022, con particolare attenzione all’andamento dei principali settori economici e all’evoluzione nelle singole Province venete.

Dal report emerge che il 2022 ha chiuso con una riduzione del numero di imprese venete: a fine anno la base imprenditoriale regionale sfiora le 425 mila unità attive e registra una perdita di 4.788 imprese rispetto alla fine del 2021 (-1,1%), dato quasi in linea con l’andamento nazionale (-0,7%).

Dopo il parziale recupero evidenziato nel 2021, dovuto principalmente agli strumenti introdotti dalle istituzioni per arginare gli effetti della crisi dovuta all’emergenza sanitaria, prosegue il processo di ristrutturazione della base imprenditoriale regionale. Il sistema delle imprese, infatti, sta evolvendo verso un processo di ricomposizione settoriale, il quale determina una minore presenza della manifattura e un maggiore sviluppo dei servizi.

L’incremento del numero di imprese attive, inoltre, è limitato alle sole società di capitali, che rappresentano più di un quarto delle imprese presenti nel territorio regionale e che nell’ultimo anno crescono del +2,5%, proseguendo la tendenza positiva in corso da molti anni.

Tale fenomeno non interessa solamente il sistema imprenditoriale regionale, ma è allargato a tutto il territorio nazionale, il quale tende a premiere le imprese più organizzate e con maggiori mezzi finanziari.

Le società di persone, infatti, diminuiscono del -2,4% nell’ultimo anno in Veneto, e le ditte individuali del -2,3%. Tuttavia, tali realtà produttive restano comunque la parte maggioritaria del tessuto imprenditoriale regionale, rappresentando il 54,8% delle imprese regionali.

Le dinamiche settoriali

La riduzione di imprese attive con sede in Veneto riguarda tutti i principali macrosettori economici e risulta più accentuata nei comparti del commercio, dell’agricoltura e dell’industria. A soffrire in particolar modo è il settore delle costruzioni che paga il clima d’incertezza creato dalla modifica in corsa delle regole sui bonus edilizi (-1,4% a fronte del +0,1% a livello nazionale), che ha determinato il blocco dei crediti fiscali.

settori economici veneto

Fonte: Elaborazioni dell’Ufficio di Statistica della Regione del Veneto su dati InfoCamere

Le attività manifatturiere, ad eccezione delle attività legate alla manutenzione e riparazione dei macchinari, sono quelle che registrano importanti riduzioni del numero di unità attive. I comparti del manifatturiero maggiormente interessati dal processo di ristrutturazione della base imprenditoriale sono quelli legati alle produzioni del settore Moda (-4,6% rispetto al 2021), dell’arredamento e dell’industria del legno (-2,9%), delle forniture elettro-meccaniche (-1,6%), dell’industria della “chimica, gomma e plastica” (-1,6%) e dell’industria alimentare e delle bevande (-0,7%).

Le attività del terziario, soprattutto quelle legate ai servizi alle imprese, fanno registrare i più elevati tassi di crescita.

Per quanto riguarda le altre tipologie di servizi, prosegue la tendenza negativa del comparto dei trasporti e della logistica (-2,9% rispetto al 2021) e dell’accoglienza turistica e della ristorazione (-1,8% rispetto al 2021).

Le dinamiche territoriali

Il denominatore comune nella dinamica imprenditoriale delle Province venete, con l’unica eccezione della Marca Trevigiana, è la contrazione del numero di imprese attive che risulta più accentuata nelle province di Verona, Rovigo e Padova.

numero imprese province venete

Fonte: Elaborazioni dell’Ufficio di Statistica della Regione del Veneto su dati InfoCamere

Alla fine del 2022, il numero di imprese attive presenti nella Città Metropolitana di Venezia è al di sotto della soglia delle 67 mila unità e risulta in diminuzione dello 0,8% rispetto al 2021. A reggere è il comparto delle costruzioni (+0,5% per entrambi i settori), il quale, tuttavia, non riesce a compensare il sensibile calo registrato negli altri macrosettori.

Nel 2022 il numero di aziende attive nella Provincia di Rovigo si arresta a 22.947 unità, registrando una dinamica annua negativa pari al -2,0%.

Per quanto riguarda la Provincia di Belluno, il numero di imprese attive alla fine del 2022 è di 13.738 unità, 87 aziende in meno rispetto al 2021. Cala il numero di imprese attive nel commercio e nell’industria, mentre negli altri comparti la dinamica rimane stabile.

Nel 2022 le imprese attive della Provincia di Treviso registrano, rispetto alla fine del 2021, una crescita di 196 unità e raggiungono le 79.489 imprese attive. Sono le costruzioni a beneficiare del maggior incremento in termini percentuali: +1,7% rispetto al 2021, pari a 207 unità in più. L’effetto volano dei vari bonus, quindi, sostiene ancora la crescita delle imprese nell’edilizia e nelle attività immobiliari della Marca Trevigiana.

Il Presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel, commenta così l’analisi dei dati: “Stupisce che un dato così significativo come la diminuzione di snc e di ditte individuali in Veneto, non desti preoccupazione e al contempo stupore. La società di persone è stata la tipica infrastruttura giuridica con cui si è reso grande e produttivo il nostro nord-est.

Questo dato spinge ad una seria riflessione su come siano cambiati i mercati, alla luce della concorrenza internazionale, e su come i costi burocratici abbiano costretto le aziende a strutturarsi in modo complesso, anche negli organici.

Se da un lato, come Confapi, riteniamo positivo che si passi dalla figura dell’artigiano alla figura dell’impresa artigiana evoluta e tecnologica, dall’altro evidenziamo che tale passaggio potrebbe portare alla scomparsa di tante figure professionali e piccole aziende che costituivano l’asse portante e la parte più operosa del nostro sistema economico.”

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